GITA A TRIESTE E REDIPUGLIA
GITA A TRIESTE ED A REDIPUGLIA
Di Maurizio Bortot
Finalmente, dopo due anni di sospensione delle nostre gite con le scolaresche a cause delle note problematiche dovute al covid, martedì 11 ottobre u.s. abbiamo potuto riprendere questa nostra tradizione interessando, come sempre, la ‘nostra’ 5.a di Giamosa e, questa volta, l’omologa classe di Mussoi.
Partenza come da programma ma, mentre il pulmino, con a bordo i rinomati cuochi del G.A.S. (Gruppo Alpini Salce), si dirigeva prontamente (fatta una piccola, dovuta, sosta ‘tecnico-tattica’ presso cantina vinicola) al luogo del pranzo, per i tempestivi preparativi ed i dovuti contatti con il Gruppo di Ronchi dei Legionari che ci avrebbe ospitato, la corriera si avviava direttamente in quel di Trieste per la programmata visita all’Immaginario Scientifico.
Questo Science Centre ha sede nel Magazzino 26 del Porto Vecchio ed è un museo interattivo e sperimentale della scienza che ha per scopo la promozione della cultura scientifica e tecnologica.
Il centro adotta originali tecniche espositive ed innovative metodologie di animazione didattica tipica dei cosiddetti “musei di nuova generazione” (ovvero, per l’appunto, gli science center di scuola anglosassone) che rivoluzionano le modalità tipiche di un museo tradizionale.
Dopo una breve visita guidata, dove i ragazzi hanno potuto sperimentare visivamente e di persona alcuni fenomeni elettrici, gli stessi sono stati liberi di immergersi in quello che non trovo errato arrivare a definire un piccolo ‘parco giochi della Fisica’.
Tra fenomeni di magnetismo, gravità, attrito, elettro-conduzione, meteorologici, ecc. (per non dimenticare il piccolo planetario), abbiamo davvero visto l’entusiasmo e la meraviglia negli occhi dei nostri piccoli visitatori.
Qui, infatti, trovano spazio gli apparati interattivi da toccare con mano per scoprire non solo i fenomeni naturali ma anche le applicazioni più innovative della scienza.
Esperienza avvincente che, per dire il vero, ha coinvolto anche più d’uno di noi adulti in un viaggio attraverso una mostra davvero affascinante, tramite immagini e strumenti di ricerca che rappresentano la via, a noi più accessibile, di una conoscenza, spesso solo teorica e figurata, delle misteriose leggi che governano il divenire dei fenomeni naturali: “la scienza in questo luogo non è solo qualcosa da vedere, ma, soprattutto da vivere e da fare (cit.)”.
Insomma: anche i diversamente giovani sono potuti tornare indietro di qualche decennio, almeno con la mente……
In seguito alle quasi due ore trascorse con la cultura, si sono evidenziati i primi segnali da parte dei più affamati, per cui ci siamo diretti a Ronchi dei Legionari ospiti, come anticipato, del locale Gruppo Alpini. Struttura ed accoglienza perfetti, tanto che oltre al panino con pastìn e formaggio fornito dai nostri cuochi, i corrispettivi omologhi friulani hanno pensato bene di sfornare anche dell’ottima pasta al sugo tra l’apprezzamento e la sorpresa delle scolaresche, delle maestre e nostra.
Fatte le rituali foto di Gruppo ed effettuati gli scambi dei gagliardetti ci siamo dovuti avviare, data l’ora, non senza la promessa di restituire la cortesia, appena possibile, con le rinsaldate nuove amicizie.
Dopo un davvero brevissimo tragitto, siamo giunti al Sacrario di Redipuglia in comune di Fogliano Redipuglia (GO), il Luogo Sacro più vasto ed imponente del nostro Paese.
Il nome non ha nulla a che vedere né con la Monarchia né con la regione soprannominata “tacco d’Italia”.
Il toponimo potrebbe derivare dal latino praedium Pullianum o Rodoplugum; altre versioni lo fanno derivare dall’antico sloveno Rodopolje (poi Radopolia, che significa ‘campo dissodato’.
Secondo altre fonti il nome deriva dal fatto che il colle di Redipuglia differisce dal resto delle alture carsiche in quanto forma una penisola che si protende nelle pianura isontina: sredi=in mezzo + polje=campo, dallo sloveno Sredipolje.
L’Ossario (ma non solo) in pietra carsica locale di colore chiaro, dedicato ai caduti della ‘Grande Guerra’, sorge sul versante occidentale del monte Sei Busi; è realizzato su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni, fu inaugurato il 18 settembre 1938 (fortemente voluto dal regime fascista) alla presenza di Benito Mussolini e raccoglie le salme di 100.187 caduti (provenienti, come sempre in questi casi, dai vari cimiteri militari della zona), di cui 39.857 noti (tra i quali vi è l’unica donna, una crocerossina, infermiera volontaria ventunenne, di nome Margherita Kaiser Parodi).
La struttura è composta da 3 livelli e rappresenta, simbolicamente, un esercito che scende dal cielo alla guida del proprio Comandante. Sulla cima tre croci rievocano l’immagine del monte Golgota e la Crocifissione di Cristo. Su ognuno dei 22 gradoni (alti 2.5 metri) che raccolgono le salme dei caduti noti (in rigoroso ordine alfabetico) campeggia un architrave ove corre ininterrotta la sequenza in rilievo con la scritta “PRESENTE”.
Una curiosità, probabilmente non nota a tutti. L’alto numero di caduti senza nome deriva anche dal fatto (oltre alle, ovvie, deturpazioni dei corpi dovute ai combattimenti) che il nome del singolo soldato era solito essere scritto all’epoca, molto spesso, a matita, su di un pezzo di carta contenuto in una conchiglia (non esistevano ancora le doppie placche metalliche dotate di relativa catenina….).
Il Sacrario è davvero luogo ricco di suggestione e merita sicuramente una visita meno affrettata e più approfondita (comprensiva, ad esempio, delle due sale museo dietro il gradone più in alto, nonché dell’osservatorio in pietra a forma di torrione circolare, con l’indicazione delle località delle principali battaglie o della trincea blindata, ecc.).
Ed ancora, ultimo ma non ultimo, un particolare che porta sempre un proprio fascino: tutte le sere, alle 17.00 in punto, viene suonato il “silenzio” per ricordare i caduti di ogni guerra.
Per tutto questo, ed altro ancora, passiamo, come sempre, il testimone alle famiglie per una visita più approfondita.
L’unica raccomandazione, accorata, che, personalmente mi permetto di ricordare e che ho fatto mia, fin dalla prima visita a questo luogo, è riassunta in una delle quattro lapidi poste all’uscita: “NON CURIOSITA’ DI VEDERE MA PROPOSITO D’ISPIRARVI VI CONDUCA.”…..
Purtroppo il tempo, soprattutto in questi casi, è tiranno per un rientro in perfetto orario, sapendo di essere aspettati da mamme e papà in trepidante attesa dei propri ragazzi, davvero entusiasti, ci sono parsi, della giornata appena trascorsa.
Sembra doveroso a questo punto, a puro titolo di cronaca, riportare la lettera indirizzata al nostro capogruppo da parte di un genitore, perché dà il senso ad una parte della nostra attività e rappresenta, in fin dei conti, la nostra più ambita ricompensa: << …con la presente, a nome di tutti i genitori degli alunni della classe 5.a di Mussoi, voglio ringraziare lei e tutti gli Alpini di Salce per aver regalato, martedì 11 ottobre scorso, la gita a Trieste ai nostri bimbi.
Vi ringraziamo per l’impegno profuso per tutta la giornata. I nostri bimbi sono tornati entusiasti. Hanno apprezzato tantissimo il pranzo con pane e pastin, formaggio e pasta. Ma soprattutto sono tornati sbalorditi e curiosi grazie all’immaginario scientifico evocato dal museo. E sono tornati incredibilmente emozionati dal Sacrario Militare di Redipuglia. Dopo due anni vissuti con grandi restrizioni causa covid, senza poter fare gite, per i nostri figli questa è stata la prima gita. C’erano tante aspettative, ma le emozioni che risplendevano sui loro volti ci dice che la realtà ha superato di gran lunga l’immaginazione. E questo lo dobbiamo solo a voi. Era da tanto che non stavano così tutti insieme, felici e senza mascherine. Grazie per avergli preparato ed offerto il pranzo. In una società dove tutto corre e dove abbiamo perso il piacere di prenderci il tempo di fare qualcosa tutti insieme, dove abbiamo perso un po’ il senso della comunità, credo che i momenti che gli avete regalato gli siano stati di grande insegnamento. Alle volte per essere felici basta poco: un panino, un po’ di allegria e la compagnia degli Alpini con i loro valori, con la loro
storia che, come Redipuglia, è Storia della nostra Italia. Questa gita la porteranno per sempre nel cuore, ne siamo certi! Con i nostri più cari saluti, colmi di gratitudine. Per i genitori della 5.a Mussoi, Noemi D’Incà >>
Nel ringraziare, a nostra volta, di tanta sensibilità, non ci resta altro, giunti a questo punto, di rammentare l’appuntamento per il prossimo anno: con nuovi luoghi, nuovi volti, nuove menti e nuovi cuori…..
Dal Col Maòr
DICEMBRE 2022 – NUMERO 4 – ANNO LIX